La Città Invisibile - Una Guerra Moderna
La Seconda Guerra Mondiale - Una Guerra Moderna

La seconda guerra mondiale, come già e ancora di più che nella prima (la "grande guerra" del 1914-1918), presenta tutte le caratteristiche apocalittiche, fino ad allora inconcepibili, delle "guerre moderne" del Ventesimo Secolo.

Quali?
il coinvolgimento di tutti gli stati;
la diffusione ovunque dei combattimenti;
la contrapposizione ideologica;
la mobilitazione di tutto l’apparato statale e della società civile;
il popolo come obiettivo bellico, ugualmente responsabile della politica del proprio governo;
l’applicazione impersonale ed irresponsabile della tecnologia bellica;
l’enorme quantità delle armi utilizzate per la distruzione del nemico;
l’esilio e il genocidio di massa.

Perché una “guerra moderna”?

La seconda guerra mondiale coinvolse tutte le maggiori potenze mondiali e tutti gli stati europei (anche con truppe provenienti dalle colonie d’oltremare): quasi tutti i paesi del globo parteciparono a questa guerra come belligeranti o furono occupati dalle truppe di altri stati.

Di conseguenza, i combattimenti si svolsero ovunque e i comunicati radiofonici di guerra raccontavano di campi di battaglia disseminati in tutto il pianeta: in Italia come in Normandia, a Stalingrado come a Kursk, nella regione artica come in quella caucasica, nelle isole della Melanesia come nei deserti nordafricani, in Birmania come nelle Filippine.

Per entrambi gli schieramenti ("le potenze dell’Asse", i cui paesi guida erano Germania, Giappone e Italia, contro "gli Alleati", alla cui testa c’erano Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Sovietica) fu una "guerra per la vita", per la sopravvivenza di ideologie talmente contrapposte da non permettere alcun compromesso.

La guerra venne dunque condotta senza limiti e diventò "guerra totale", perché coinvolse tutti i settori della struttura statale ed economica, tutti i cittadini e mobilitò la maggioranza della popolazione.

La guerra diventò "guerra di popolo", sia perché i civili e la vita civile divennero obiettivi diretti (e talvolta principali) della strategia militare, sia perché, democraticamente responsabili della politica dei loro governi e dei loro eserciti, anch’essi furono demonizzati allo scopo di renderli disprezzabili e immeritevoli di alcun rispetto.

La guerra fu "guerra impersonale", perché le nuove tecnologie belliche (i gas velenosi e i bombardamenti aerei, già nella prima guerra, e la bomba atomica, alla fine della seconda) resero invisibili le loro vittime e direttamente irresponsabili coloro che materialmente le applicavano.

La guerra fu "guerra apocalittica", perché venne condotta con armamenti usati in quantità fino ad allora inimmaginabili (per la cui produzione si richiese la riconversione dell’intero apparato economico) causando distruzioni materiali enormi (tanto da trasformare profondamente, durante e dopo, la vita dei paesi coinvolti).

La guerra introdusse due fenomeni così poco consueti in passato, ovvero l’espulsione di interi popoli dai loro territori e il loro sterminio su vasta scala, da dover coniare due nuove parole, "apolide" e "genocidio", per rappresentarne gli effetti.

 

Note bibliografiche:
HOBSBAWM Eric J., Il secolo breve 1914/1991, Edizione Bur, Milano, 2000.