La Città Invisibile - Le Vittime della Seconda Guerra Mondiale
La Seconda Guerra Mondiale - Le Vittime della Guerra

Le vittime complessive, su ogni fronte, della seconda guerra mondiale furono 54 milioni di persone.
Per la prima volta il numero delle vittime civili (30 milioni di persone) fu superiore a quello delle vittime militari (24 milioni).
Gran parte delle vittime furono tra le fila degli Alleati, 44 milioni di vittime, più di quattro volte quelle tra le fila dell’Asse, 10 milioni di vittime.
Un intero popolo venne quasi cancellato: gli ebrei deportati e uccisi nei campi di concentramento e di sterminio tedeschi furono circa 6 milioni (di cui 5 milioni di nazionalità polacca e sovietica).
Intere popolazioni vennero falcidiate: in dettaglio, le vittime, sull’intera popolazione, furono dal 10% al 20%, per Urss, Polonia e Jugoslavia; dal 4% al 6%, per Germania, Italia, Austria, Ungheria, Giappone e Cina; circa l’1%, per Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti.
Al termine della guerra, nel 1945, solo in Europa, vi erano complessivamente 64 milioni di profughi: 40,5 milioni di persone sradicate dalla loro terra natale a cui si aggiunsero circa 13 milioni di persone espulse dalle regioni della Germania poi annesse a Polonia, Urss e Cecoslovacchia e più di 11 milioni di "deportati" di varie nazionalità trovati in Germania dagli eserciti vittoriosi.
Le distruzioni materiali causate dalla guerra furono immense e colpirono gran parte delle risorse produttive esistenti in ogni stato coinvolto: il 25% in Urss, il 13% in Germania, l’8% in Italia, il 7% in Francia, il 3% in Gran Bretagna.

L’Italia aveva allora quasi 46 milioni di abitanti, di cui 6 milioni impegnati direttamente in guerra.
Il totale delle vittime, per tutto il periodo 1940-1945, fu di circa 444mila persone (di cui 397mila maschi e 47mila donne) più altre 40mila che moriranno dopo il 1945, quindi complessivamente quasi mezzo milione di persone.

La metà di loro (225mila vittime) morì negli anni dell’occupazione nazifascista, dopo l’8 settembre 1943:
circa 45mila militari nei combattimenti dopo l'8 settembre contro i tedeschi, avendo rifiutato di consegnare le armi;
circa 40mila militari nei campi di concentramento nazisti (tra i 600mila che vennero fatti prigionieri e deportati in Germania);
16mila deportati politici in Germania;
circa 10mila militari, come prigionieri degli Alleati;
40mila partigiani, tra chi partecipò alla lotta di liberazione dall’occupazione nazifascista (su un totale di 400mila che scelsero di aderire alla Resistenza, di cui 80mila in Emilia Romagna);
altri 3mila, tra i reparti regolari dell'esercito del Sud che appoggiò gli Alleati;
3mila repubblichini, tra chi aderì e combatté per la Repubblica Sociale alleata ai nazisti;
12mila, al momento della Liberazione;
10mila civili, uccisi nelle stragi nazifasciste;
40mila civili, vittime dei bombardamenti alleati;
quasi 8mila ebrei (tra i deportati solo uno su nove scampò alla morte).

In Italia, nel 1945:
a maggio, alla conclusione della guerra, mezzo milione di soldati ed operai italiani era in Germania, un altro milione ancora prigioniero degli Alleati;
su ogni mille bambini nati, 95 non riuscirono a sopravvivere al primo anno di età;
il costo della vita era aumentato di 22,3 volte rispetto al 1939, il quadruplo rispetto ai salari industriali;
la spesa per alimentazione e abbigliamento era scesa rispettivamente al 60% e al 30% rispetto al 1939 (ai cui livelli tornerà solo a fine decennio);
erano stati persi 1,8 milioni di vani, 910 acquedotti non funzionavano più e mancavano 28mila chilometri di linee elettriche;
il reddito nazionale era la metà di quanto fosse nel 1938;
la produzione industriale era il 29% e quella agricola il 63% (dimezzata la produzione di grano);
la capacità dei trasporti era ridotta del 38% rispetto a prima della guerra e la flotta mercantile ad un decimo;
vi erano 42mila chilometri di strade impraticabili, 7mila chilometri di ferrovie distrutte o danneggiate, 19mila ponti abbattuti.

 

Note bibliografiche:
HOBSBAWM Eric J., Il secolo breve 1914/1991, Edizione Bur, Milano, 2000;
INNOCENTI Marco, L’Italia del 1945. Come eravamo nell’anno in cui scoppiò la pace, Mursia, Milano, 1994;
MORIANI Giorgio, Pianificazione e tecnica di un genocidio, Franco Muzzio Editore, Padova, 1996;
NATTA Alessandro, L’altra resistenza. I militari italiani internati in Germania, Einaudi, Torino, 1997;
ROCHAT Giorgio, Una ricerca impossibile. Le perdite italiane nella seconda guerra mondiale, in «Italia contemporanea», 1995, n. 201, pp. 687-700.