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Dopo il 1945, nel resto del mondo le guerre hanno continuato a fare vittime: 55 milioni, fino al 1989, quante le vittime della seconda guerra mondiale. Tra il 1990 e il 2003, 3,6 milioni di persone sono state uccise in 59 conflitti (di cui 55 all’interno dello stesso stato). In queste guerre “moderne” oltre il 90% delle vittime erano civili (erano il 14% durante la prima guerra mondiale).
Negli anni Novanta, sull’altra riva del mar Adriatico, durante la guerra in Bosnia, il primo conflitto europeo dal 1945: più di un milione di persone hanno perso la casa; 175mila persone sono state ferite e 275mila persone sono state uccise o risultano disperse; 35mila bambini sono rimasti feriti e 16mila bambini sono stati uccisi o risultano dispersi.
Nel mondo, all’inizio del 2007, erano in corso 29 guerre: in Iraq, 80mila morti dal 2003; tra Israele e Palestina, 5mila morti dal 2000; in Libano, 1.200 morti dal 2006; tra Turchia e Kurdistan, 40mila morti dal 1984; in Afghanistan, 25mila morti dal 2001; tra Pakistan e Waziristan, 3mila morti dal 2004; tra Pakistan e Balucistan, 450 morti dal 2005; tra India e Kashmir, 90mila morti dal 1989; nel nordest dell’India, 50mila morti dal 1979; tra India e Naxaliti, 6mila morti dal 1967; tra Sri Lanka e Tamil, 68mila morti dal 1983; tra Birmania e Karen, 30mila morti dal 1988; nel sud della Thailandia, 2mila morti dal 2004; tra Filippine e Mindanao, 150mila morti dal 1971; tra Filippine e Npa, 40mila morti dal 1969; tra Russia e Cecenia, 250mila morti dal 1994; tra Georgia e Abkhazia, 28mila morti dal 1992; tra Georgia e Ossezia, 2.800 morti dal 1991; in Algeria, 150mila morti dal 1991; in Costa d’Avorio, 5mila morti dal 2002; in Nigeria, 11mila morti dal 1999; in Ciad, 50mila morti dal 1996; tra Sudan e Darfur, 250mila morti dal 2003; nella Repubblica Centrafricana, 2mila morti dal 2003; in Somalia, 500mila morti dal 1991; in Uganda, 20mila morti dal 1986; nella Repubblica Democratica del Congo, 4 milioni di morti dal 1998; in Colombia, 300mila morti dal 1964; ad Haiti, 1.500 morti dal 2004.
Nel mondo, complessivamente, le “zone di guerra” sono oltre una cinquantina. Nel mondo, 84 paesi hanno ancora zone minate all’interno del loro territorio (che provocano 15-20mila vittime ogni anno).
Nel mondo, negli ultimi dieci anni: 2 milioni di bambini sono morti direttamente per causa delle guerre; un milione è rimasto orfano o solo e risulta traumatizzato in modo grave a livello psicologico.
Nel mondo, ogni anno: 200mila bambini muoiono a causa di guerre e attacchi terroristici; di questi, almeno 10mila sono rimasti vittime di mine antiuomo; oltre 20 milioni sono stati costretti ad abbandonare le loro case e a diventare profughi insieme alle loro famiglie o persino da soli; circa 300mila bambini al di sotto dei 15 anni sono soldati nelle forze governative o in formazioni irregolari di 40 paesi.
Nel mondo, ogni giorno: 26mila bambini (quasi 10 milioni nel solo 2006) muoiono prima di arrivare ai cinque anni di età, l’80% nell’Africa Subsahariana e nell’Asia meridionale, per fame, complica-zioni neonatali o malattie infettive (polmonite, diarrea, ma-laria, morbillo, aids), guerre e disastri naturali.
Nel mondo: un bambino nato in Giappone ha una speranza di vita media di 85 anni, un bambino nato in Zambia di 33 anni. un lavoratore su due, circa un miliardo e mezzo di persone, guadagna meno di due dollari al giorno (mezzo miliardo di questi non arriva a un dollaro al giorno); mezzo milione di donne ogni anno muoiono per complicazioni di parto o di gravidanza (in Afghanistan o in Sierra Leone una donna ha una possibilità su 8 di morire dando alla luce il proprio bambino, che ha una possibilità su 4 di nascere morto); un bambino su 3 non ha disponibilità di servizi igienici, uno su 5 non ha accesso all’acqua potabile, uno su 7 non ha nessuna forma di assistenza sanitaria.
Dati: Landmine Monitor Report 2005 Peacereporter.net (Enrico Piovesana) Rapporto Onu/Ilo 2004-2005 Rapporto Onu/Unicef 2004 Rapporto Onu/Unicef 2007, Children and conflict in a changing world
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