La Città Invisibile - Un Itinerario sulla Linea Gotica
La Città Invisibile - La Linea Gotica a Montegridolfo e Tavullia
La Città Invisibile - I cimiteri di guerra lungo la Linea Gotica
La Città Invisibile - La Chiesa della Pace sulla Linea Gotica
La Città Invisibile - La battaglia di Rimini, a Montecieco, sulla Linea Gotica

Montegridolfo e Tavullia

I cimiteri di guerra

La chiesa della Pace

Montecieco di Rimini

Una proposta di itinerario lungo la Linea Gotica, tra Marche e Romagna, tocca i luoghi in cui se ne preserva la Memoria e la Storia.
Dal menu a fianco è possibile raggiungere pagine di approfondimento su alcuni di questi luoghi che testimoniano il passaggio del fronte: a Montegridolfo e Tavullia (con il Museo della Linea dei Goti e il monumento di Quota 204); tra i cimiteri di guerra in cui riposano alcuni dei soldati caduti in queste zone (a i cimiteri alleati di Montecchio, Gradara, Coriano, il cimitero indiano dei Gurkha sulla superstrada tra Rimini e San Marino, il cimitero greco di Riccione); la chiesa della Pace a Trarivi di Montescudo (che ospita il Museo della Linea Gotica orientale); la lapide ai Queen's Bays caduti nella battaglia di Montecieco (detta "la seconda Balatrava") a Rimini.

Per un aiuto nella localizzazione, può essere d'aiuto la mappa presente su GOOGLE MAPS.
La stessa mappa può essere consultata offline, aprendo o scaricando qui il file per la visualizzazione con GOOGLE EARTH.

La mappa include questi luoghi ed altri, a Rimini, altrettanto rilevanti nel conoscere le vicende umane e belliche avvenute tra Marche e Romagna, tra agosto e settembre 1944: il Centro Documentazione Internazionale Linea Gotica, fondato e custodito dal Prof. Amedeo Montemaggi; l'Istituto Storico di Rimini (ovvero l'Istituto per la Storia della Resistenza e dell'Italia Contemporanea della Provincia di Rimini, ospitato presso i locali della Biblioteca Gambalunga); la lapide che, nella piazza (allora Giulio Cesare) intitolata ai Tre Martiri impiccati il 16 agosto 1944, ricorda i nomi di tutti i riminesi che, per amore della libertà, sacrificarono la loro vita nella lotta contro il nazifascismo.