Oreste Galli, detto Tino, nasce in una casa di Spontricciolo, quando era ancora comune di Rimini come il resto del territorio riccionese, il 10 gennaio 1922. Cresce da mezzadro, assieme a tutta la sua famiglia, nel podere della contessa Spina lungo la strada che va da Riccione a Coriano. Dopo il militare a Pordenone, Savona e in Francia, l'8 settembre 1943 riesce ad evitare la deportazione e a tornare a Riccione vivendo il passaggio del fronte proprio all'Alba, nella zona più duramente colpita. Nel dopoguerra torna mezzadro, poi lavora per quindici anni come operaio di fonderia, quindi in albergo e come manovale. Ora è pensionato. E bisnonno.
Potete ascoltare la voce di Tino, nella pagina Estratti Audio, qui a fianco. Durata dell'estratto audio: 2'58
Tino racconta delle bombe, di quando Riccione era ancora divisa in due, di come lui e la sua famiglia fossero dalla parte sbagliata, quella occupata dai tedeschi, all'Alba, nella zona del fondo del conte Mattioli, sotto il tiro dei mortai poco più a sud e delle navi al largo: il crollo del primo rifugio, il sangue dei feriti, le corse di chi si attaccava alla vita e le preghiere di chi cercava Dio, la spola avanti e indietro e i colpi ripetuti di un solo carro armato tedesco per lasciar credere di non essere l'unico, la fuga dei fratelli in moscone verso l'altro lato del porto in mano agli inglesi, i loro sospetti davanti alle richieste di far cessare i bombardamenti.
Cosa accadde a Riccione al passaggio del fronte? DALLA SEZIONE "STORIA" DEL SITO LACITTAINVISIBILE.IT
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