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Ogni racconto si conclude con le risposte date da ogni Testimone alle due stesse domande:
dopo tutto quello che ha vissuto, quando alla tv vede le immagini della guerra, che cosa pensa e sente? adesso, se potesse parlare ad un ragazzo che ha ora l'età che lei aveva allora, che cosa gli direbbe?
Tra le parole lasciate come messaggio alle nuove generazioni, passato presente e futuro, alcune sono state lette il 25 aprile 2007, come anticipazione del libro che sarebbe uscito l'anno successivo, in un momento scenico al Teatro del Mare di Riccione, con la regia di Davide Schinaia e la partecipazione, oltre che dell'autore, anche degli attori Alberto Caramel e Massimiliano Poli.
Lo stesso monito alle generazioni future venne espresso da Primo Levi, nella poesia Shemà ("ascolta", in ebraico) che fa da introduzione al libro "Se questo è un uomo". Lo Shemà è la preghiera, recitata due volte al giorno, più sentita dalla liturgia ebraica, tanto da essere, solitamente, la prima ad essere insegnata dal padre ai propri figli in una famiglia ebraica appena consapevole della propria tradizione. Primo Levi, parafrasando alcuni versi di tale preghiera, appellandosi a tutti gli uomini e non più a Dio, scelse quello stesso titolo per un monito laico, affinché chiunque, allora e sempre, ripetendola ai propri figli, coricandosi e alzandosi, come impone la preghiera ebraica, "mediti su ciò che è stato".
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